Un viaggio nel castello sospeso di Vogue

MONOGRID
6 min readMar 25, 2021

L’inaugurazione di una mostra è un evento raro di questi tempi. Ancora più difficile da organizzare se si intendono radunare tante persone in spazi espositivi ristretti e con interazioni frequenti. E invece il 24 febbraio sono stati migliaia i visitatori del tradizionale appuntamento di Vogue Talents, l’evento dedicato allo scouting di nuovi talenti tra creativi e designer. Come le abbiamo accolte? Semplice: hanno attraversato le strette arcate bianche, scalfite dalla vegetazione, di un edificio sospeso nell’aria su un lago tropicale e sono entrate in delle stanze a tema, dove hanno toccato nuovi abiti, incontrato persone e conosciuto la nuova generazione di talenti selezionata dalla redazione di Vogue…

I menu di Vogue Talents, edizioni di settembre e di febbraio a confronto

Abbiamo inventato nuovi spazi, ampliato i concetti di tempo e di accessibilità, allargando a un ampio pubblico la possibilità di visitare una mostra in un momento come questo. Nel nostro edificio fantastico cambiano i parametri della realtà. Abbiamo personalizzato stanze, percorsi ed esperienze, rivoluzionando il ruolo di sponsor e partner dell’evento, protagonisti dinamici e interattivi della visita. Migliaia di persone, incontenibili nello stesso tempo in uno spazio fisico, hanno provato vestiti, scoperto storie di produzione sostenibile nel campo della moda, condiviso conoscenze e creato una rete con ramificazioni che si estendono oltre gli schermi dei nostri Pc.

Il menu per accedere ai lavori di designer e artisti selezionati dalla redazione di Vogue per la nuova edizione

Abbiamo potuto rendere realtà i frutti della nostra immaginazione con la costruzione della piattaforma online per l’edizione 2021 di Vogue Talents. Già a settembre 2020 erano state oltre 100mila le persone che avevano visitato virtualmente la mostra, nella sua prima edizione completamente digitale, ospitata dallo stesso palazzo. A settembre dell’anno scorso l’edificio era sospeso in una rosea atmosfera onirica. Attraverso le porte/hotspot si entrava nelle singole stanze, i cui ambienti classicheggianti erano stati riprodotti in digitale con un minuzioso lavoro di progettazione architettonica messo in pratica dai nostri 3D designer.

I modelli 3D esposti sul tetto del palazzo che ospitava la prima edizione

Per l’edizione attualmente online, il palazzo ha avuto bisogno di una nuova veste. L’opera di ristrutturazione, sicuramente meno impegnativa ma più radicale rispetto a quella possibile con un cantiere reale, ci ha messo a dura prova nel tentativo di rendere su schermo i concetti della nuova edizione. Sostenibilità ambientale e responsabilità di impresa sono il focus dell’evento 2021 che punta, come promette il titolo, a creare nuove forme di consapevolezza. Ecco allora il nostro edificio connotarsi delle attuali fattezze, con un tetto giardino e piante rampicanti a insediare archi e colonne delle stanze che ospitano modelli espositivi dei marchi selezionati dalla redazione di Vogue per il loro lavoro in armonia con l’ambiente.

Architetture delle due edizioni a confronto

La personalizzazione delle sale è uno dei vantaggi più evidenti connessi alla possibilità di rinnovare costantemente spazi espositivi normalmente sottoposti a limitazioni architettoniche e strutturali. In sintesi, ogni brand può rapidamente creare e personalizzare spazi virtuali che rispondono a particolari esigenze iconiche e di marketing. Chi ha provato a farlo nel mondo reale ha comunque dovuto rispondere dei limiti di uno spazio fisico, zone inaccessibili, locations intercambiabili che fanno da passerella un giorno a un brand, un giorno a un altro. Le atmosfere ricreate da Fendi per la sfilata vip di luglio 2019, sullo sfondo un Colosseo illuminato ad arte, sono un esempio di brandizzazione di spazi magnifici ma pur sempre soggetti alle regole auree della realtà. La modellazione digitale le infrange, rendendo possibile la costruzione di architetture adattabili a ogni contesto.

Se le attuali tecnologie consentono di abbattere muri e dare vita a progetti inediti, l’altro fattore rivoluzionato dalla digitalizzazione degli eventi è il tempo. Un evento fisico coincide con una temporalità precisa. Raggiungere la località, parcheggiare, mettersi in coda all’ingresso, dalle 9:00 alle 18:00, stanno diventando modalità desuete. Lo spazio virtuale che abbiamo creato per Vogue Talents può vivere più tempo e ospitare migliaia di persone, a prescindere dall’orario e dalla location fisica del visitatore. Sono eventi che durano 24 ore su 24, con stanze che possono diventare accessibili su invito, contenuti extra, ed esperienze digitali sperimentali. Tutto questo si è tradotto in una partecipazione di dieci volte superiore rispetto alle edizioni in presenza, non perché in queste la qualità dei prodotti fosse meno elevata ma perché erano sottoposte a limitazioni di accesso proprie del mondo fisico.

Tra le modalità di fruizione della creatività degli espositori, la modellazione 3D dei vestiti è una delle più interessanti. Da tempo l’industry di settore ha virato sulla rappresentazione digitale, anche attraverso filtri e applicazioni di realtà aumentata, campi in cui siamo stati tra i precursori. Lavorando a stretto contatto con gli artisti, ispirati dai loro bozzetti, e intenzionati a rendere in digitale aspetti come leggerezza, spessore, qualità del tessuto e calore di un capo di moda, abbiamo ricreato, per l’edizione 2020 di Vogue Talents, una vera e propria esposizione in 3 dimensioni, con manichini “esplorabili”, vestiti con gli abiti degli stilisti. Anche in questo senso, se sicuramente non potremo toccarne le superfici con mano, né apprezzarne il profumo, la realizzazione di forme complesse è diventata ormai iperrealistica nell’esposizione digitale, con risultati come questo.

Abiti riprodotti fedelmente con un lavoro di vera e propria sartoria digitale

L’elemento di partenza per la realizzazione degli abiti in 3D sono cartamodelli e fotografie: avere più foto dello stesso capo, da diversi punti di vista e con una luce in grado di far comprendere la corretta tonalità e i dettagli del tessuto, è il giusto punto di partenza per la riproduzione quanto più fedele possibile dell’abito in 3D.
Il primo passaggio di produzione avviene su Marvelous Designer e CLO 3D: qui creiamo il modello 3D del vestito, lo applichiamo al modello e lo sistemiamo come sarti in questo caso al manichino nella posa desiderata, ed otteniamo una simulazione di peso e comportamento dei tessuti. Dopo passiamo il modello su Zbrush, che ci permette di aggiungere altre pieghe, cuciture e dettagli di superficie. Infine renderizziamo su Cinema 4D, in cui vengono rifinite le texture e le proprietà estetiche dei tessuti (velluto, seta, cotone, eccetera).

Cambia il modo di valutare un capo di moda, cambia la visibilità per gli sponsor e il ruolo dei partner dell’evento. Anche loro, nell’universo digitale, assumono un protagonismo diverso con spazi personalizzati ed esperienze interattive dedicate che vanno a sostituire i consueti cornershop, depliants e gadget spesso distribuiti in occasione degli eventi più glamour. Ecco allora Xiaomi presentarci i suoi nuovi packaging con un semplice click che rimanda alle colorazioni del prodotto. O ancora, il divertentissimo e semplice gioco online che celebra i 50 anni delle storiche carte Uno della Mattel, grazie ai disegni di Vivetta Ponti che dona a questa edizione una grafica ispirata all’amore per il mondo degli animali.

Il gioco ideato da Vivetta Ponti per il cinquantenario delle storiche carte Uno

L’interazione e il gioco sono messi anche al servizio del no profit puro, con un percorso grafico a fumetti che ci porta ad “affrontare” un gigantesco elefante, le cui zampe occupano una delle sale espositive. Un’esperienza visuale e metaforica che ci conduce a riflettere sulle connessioni tra fashion, ambiente, natura e società, con un focus sulla sostenibilità della produzione ed esempi concreti per affrontare questo business con coscienza rinnovata. L’esperienza è usufruibile in entrambe le edizioni dell’evento ed è completata da una serie di domande frequenti sul tema della responsabilità sociale e le risposte di alcune delle più influenti firme del mondo della moda.

Un filo rosso di continuità che si trova in altri spazi espositivi dell’esibizione, altro vantaggio collaterale dell’architettura digitale. Il palazzo che ospita Vogue Talents è sì un’opera in continua evoluzione, aperta a nuovi artisti, idee, concetti, ma anche un investimento duraturo nel tempo, stabile e iconico quanto una costruzione storica, versatile quanto un abito disegnato su misura per ciascun utente. La personalizzazione dell’esperienza e la possibilità di scegliere quando, quanto e che materiale consultare, senza rigidità prestabilite né frecce a terra che ci suggeriscono dove andare è l’aspetto più apprezzabile, infine, per chi decide di intraprendere il viaggio dentro il castello sospeso. Stavolta sulle placide acque di un lago, alla prossima edizione chissà!

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