Il 2020 ci ha catapultato nel futuro

MONOGRID
9 min readFeb 22, 2021

Ed eccoci qua, alla fine anche noi, da bravi esploratori, abbiamo deciso di navigare questo spazio. Vi avvisiamo subito: abbiamo intenzione di portarvi nel nostro mondo, raccontandovi i nostri progetti, le idee che ci sono dietro, la nostra filosofia. Siamo ossessionati dalla ricerca di nuove tecnologie e di approcci alternativi alla realtà fisica conosciuta e lavoriamo ogni giorno a una nostra personale architettura dell’altrove. Siamo abituati a parlare in codice, così come in codice prendono vita le nostre suggestioni. E vorremmo partire dal raccontarvi come abbiamo vissuto quest’anno davvero particolare. In questi dodici mesi anche le nostre abitudini, il nostro modo di lavorare, conoscere persone e relazionarci con il prossimo sono cambiati radicalmente. E con il mestiere che facciamo non potevamo che cercare di dare il nostro contributo, catapultandoci in sperimentazioni impensabili fino a qualche tempo fa.

Il palazzo di Vogue Talent e i suoi accessi virtuali

Il 2020 è stato un anno da dimenticare, sotto molti punti di vista. Ma da dove nascono le opportunità se non dalle peggiori difficoltà? In piena pandemia la necessità di trovare nuove forme espressive e i rapidi progressi tecnologici in materia di immersività digitale ci hanno permesso di continuare a vivere l’atmosfera di un concerto, di frequentare un’esibizione in compagnia o di acquistare un vestito nel nostro negozio preferito. L’emergenza ha dato vita a progetti senza precedenti nel campo delle esperienze virtuali, del live streaming e il mantra della realtà aumentata si è tradotto nelle applicazioni più utili e disparate. Noi di MONOGRID, nel nostro piccolo e con qualche idea anticipatoria, siamo orgogliosi di aver dato il nostro contributo.

Per offrire servizi validi e funzionanti restiamo sempre aggiornati su quello che succede e sui riscontri dei progetti più originali nel campo dell’ interactive. Voi siete andati a un festival nel 2020? Noi sì! Abbiamo passato due giorni a uno dei più grandi eventi di musica elettronica del mondo, Tomorrowland in Belgio, 400mila persone accolte ogni anno nella cittadina di Boom. Quest’anno ce ne erano un milione e no, non abbiamo infranto nessuna legge. L’edizione 2020 infatti si è svolta nell’immaginaria, ma verosimile, isola di Pāpiliōnem e i partecipanti erano tutti connessi a uno schermo. Sessanta dei dj più famosi del pianeta hanno calcato otto palcoscenici immersi nel verde ed “aumentati” da effetti pirotecnici e installazioni fantasiose. In realtà gli artisti hanno registrato su dei set reali, ubicati in quattro città sparse per il globo. Ma il pubblico virtuale e i giochi di colori psichedelici hanno creato un’atmosfera indimenticabile che ha consentito agli appassionati di immergersi per un intero weekend in un’esperienza musicale unica, anche se sicuramente differente rispetto a quelle degli anni passati.

La nostra homepage per il festival PhotoVogue organizzato da Vogue Italia

Creare nuove realtà e offrire esperienze immersive soddisfacenti è il nostro pane quotidiano e come esploratori dell’impossibile anche noi abbiamo voluto cimentarci nel ricreare ambienti digitali che potessero risultare utili agli artisti che avevano dovuto abbandonare i loro atelier. Tra le esigenze delle varie categorie, private delle possibilità di incontro e scambio, fondamentali nel loro lavoro, si manifestava l’urgenza impellente di migliaia di registi, scrittori e fotografi che volevano continuare a esprimere la loro arte, a dispetto dell’assenza di pubblico in sala. Ecco allora che, quando Vogue ci ha chiesto di trasporre online la loro iconica mostra fotografica di Photo Vogue, anche noi non potevamo limitarci a proporre una semplice gallery di immagini statiche. Abbiamo creato allora un luogo immaginario fotorealistico, ambienti “su misura” che potessero ospitare le mostre e elaborato una navigazione che sposasse le idee dei fotografi e abbracciasse il processo creativo che le anima: uno spazio fisico in digitale luogo di confronto, esposizione e conferenze. Un lavoro che ci è valso il premio “Site of the day” da The FWA /The Favourite Website Award) e il riconoscimento come “Best Ux, Ui and Innovation” su CSS Design Awards. 80mila visite, 56mila utenti unici che hanno potuto esplorare i lavori degli artisti coinvolti, felici di trovare una modalità di espressione alternativa in un momento come questo.

Il portale che ospita il PhotoVogue Festival, alla sua quinta edizione, quest’anno completamente in digitale

Se secondo gli ultimi dati l’industria culturale nel 2020 ha perso in Europa più di quella turistica, registrando un calo del 31% rispetto al 2019–199 miliardi andati in fumo in un solo anno — queste scelte diventano obbligate e, a giudicare dai numeri, portano a risultati in controtendenza. Esperimenti simili hanno aperto le porte a una fruizione ulteriore e parallela che non sostituirà le forme tradizionali di intrattenimento ma ne sarà un compendio indispensabile. Il tuffo nel futuro non riguarda esclusivamente un pubblico giovane e digitalizzato. L’1 gennaio Riccardo Muti ha diretto il tradizionale concerto di Capodanno di Vienna e gli applausi di 7mila persone collegate in diretta streaming hanno risuonato dagli altoparlanti del teatro vuoto. Non il fragore di un’ovazione in diretta ma poco ci manca, in tempi di chiusure perduranti.

Modellazioni di abiti 3D per The World of Vogue Talents

Dal cinema ai musei, tutti hanno dovuto sperimentare soluzioni innovative a problemi prima sconosciuti. E anche noi ci siamo dovuti chiedere come dare visibilità al progetto Vogue Talents e ai giovani designer e creativi selezionati dal team di Sara Maino della redazione di Vogue Italia, come illustrare i loro lavori sapendo che quella sarebbe stata l’unica piattaforma dove avrebbero potuto essere visti. Eccoci allora a lavoro con i nostri mattoni digitali, a costruire un edificio sospeso nel vuoto, le cui stanze, che ospitano opere e informazioni sui talenti selezionati, sono visitabili dall’utente con un semplice click che lo conduce in diversi ambienti tridimensionali, a riproduzione di una vera e propria esposizione. Ne è uscita un’esperienza immersiva peculiare, The World of Vogue Talents, premiato a inizio mese come DDA (Digital Design Awards) of the week.

All’interno dell’edificio costruito in digitale per The World of Vogue Talents

Lo stesso impegno lo abbiamo messo nell’applicazione di strategie personalizzate per tutti coloro che hanno dovuto abbassare la serranda della propria attività commerciale. Nei mesi in cui la tecnologia diventava partner ufficiale della realtà, offrendo soluzioni alternative in un momento in cui si mettevano in discussione i secolari paradigmi della convivenza sociale, le potenzialità della realtà aumentata hanno permesso infatti di sopravvivere a centinaia di negozi. Anche in questo campo le novità non si sono limitate ai giganti del web come Amazon, che ha visto crescere esponenzialmente i profitti nell’anno nero della pandemia. Con shopping e assembramenti vietati, i tour virtuali con visualizzazioni 3D e immagini ad altissima definizione sono diventati un must per tutti i brand della moda.

Il tour virtuale che abbiamo ideato per il negozio di Gucci in piazza della Signoria a Firenze

Da offerta aggiuntiva, durante la pandemia le applicazioni di Augmented Reality si sono trasformate in strumenti indispensabili, offrendo una gamma di servizi sempre più ampia. Tra gli esempi più noti, il negozio virtuale di Tommy Hilfiger che, con le sue stanze a tema, consente di prendere e posare i capi esposti e di visitare il locale immaginario senza il trambusto degli altri clienti o il fornitissimo (e molto interattivo) store virtuale della collaborazione Coach & Disney: possiamo scommettere che in nessun negozio fisico otterremmo tante informazioni in poco tempo, così precise e personalizzate. L’e-commerce, in tutte le sue forme, è un campo che si presta a innovazioni continue che seguono le esigenze degli espositori e le richieste dei clienti. Anche noi abbiamo voluto far vivere lo storico Palazzo della Mercanzia, che ospita il museo dedicato a Gucci in piazza della Signoria a Firenze, attraverso questo tour virtuale che ci conduce per le sue stanze, comodamente seduti davanti a uno schermo.

Se abbiamo la possibilità di osservare un abito in negozio pur non visitandolo fisicamente, lo step successivo non poteva essere che quello di provarlo: vedere e toccare. Il 2020 è stato un anno ricco di sperimentazioni nel campo di QR code e app di AR di vario tipo: da soluzioni che consentono di visualizzare borse in tre dimensioni ad altre che permettono di “vestire” virtualmente un nuovo paio di scarpe (e condividerne l’immagine sui social). Applicazioni che si rivelano utili per gli oggetti più svariati: ecco allora strumenti che permettono, attraverso un codice e con una fotocamera in modalità selfie, di specchiarsi indossando gli occhiali di una nuova collezione. O ancora, si possono provare anelli al dito e orologi al polso prima di scegliere quelli che vogliamo comprare. Per non parlare del comparto cosmetici che, grazie allo sviluppo di filtri sempre più accurati, permette di sperimentare prodotti e di testare eccentrici make-up sul proprio volto.

Il filtro Gucci Graduation, rivolto a diplomandi e laureandi nel periodo del Covid

Prima di provarli online, i capi di moda sono spesso stati presentati in sfilate virtuali, magari indossati da modelle fatte di pixel che si chiamano Shudu, Imma, Lil Miquela, influencer con milioni di follower su Instagram, spesso più conosciute delle loro colleghe in carne e ossa. Così, mentre i marchi cercavano soluzioni online per offrire ai clienti i propri prodotti, anche le decine di eventi organizzati dal mondo della moda hanno dovuto traslocare sul web. La fashion week di Shangai, a marzo 2020, ha fatto da apripista, poi è stato un susseguirsi di passerelle virtuali calcate da indossatrici di fantasia che sfilavano con vestiti modellati in 3D, top model reali sulle quali si disegnavano frame di abiti digitali fatti su misura.

Le esperienze di second-life sono diventate parte integrante delle nostre vite e nuovo terreno di sperimentazione per aziende della moda. La personalizzazione, qui, raggiunge vette inesplorate, in una fusione con il mondo del gaming dalle potenzialità sempre più sorprendenti. In assenza di eventi mondani possiamo allora vestire (e investire sul) nostro avatar, facendogli indossare l’ultimo paio di Adidas da collezione o vestendo il capo più costoso di Gucci o Louis Vuitton.

Mai come in questo 2020 però la fantasia di art directors, creativi digitali e programmatori è stata messa a dura prova per soddisfare una platea di persone che nella second life hanno cercato risposte a esigenze emerse con la pandemia. Geniale in questo senso l’iniziativa di Balenciaga che ha lanciato la sua collezione 2021 in forma di un videogame dove si incontrano persone vestite con indumenti del noto marchio spagnolo e con le quali si finisce per partecipare a un rave segreto tra i boschi.

Il filtro “dorato” che abbiamo realizzato per Prada

Secondo uno studio di Ibm la pandemia ha reso possibile il raggiungimento di traguardi, nello shopping online, che in condizioni normali avremmo conosciuto in cinque anni. La realtà aumentata è ormai parte integrante della realtà fisica e anche in questo campo possiamo ritenerci dei fortunati precursori. Abbiamo sviluppato filtri Instagram con elementi 3D per Prada ed elaborato elementi digitali da aggiungere alle proprie stories per marchi come MiuMiu e Gucci. Abbiamo dato agli studenti la possibilità di festeggiare lauree e diplomi, anche in tempi di Covid, con il filtro Gucci Graduation, che permetteva di ritrarsi con cappello da college e occhiali da 110 e lode. Elementi che personalizzano le storie degli utenti con un occhio di riguardo al branding: come nel caso di questo filtro — un arco tridimensionale da installare sullo sfondo della nostra foto — che abbiamo creato per l’uscita della nuova collezione di Furla alla Milano Fashion Week del 2020.

Il making of del filtro ideato per MiuMiu

La strada è tracciata e la nostra curiosità, che non conosce limiti, ci spinge a percorrerla fino in fondo. Siamo sicuri che tutto l’impegno e il lavoro svolto, per cercare di compensare e integrare realtà fisiche che in questi mesi hanno rischiato di non esistere più, torneranno utili anche in un mondo senza virus. Per questo sono decine i progetti che bollono in pentola e il nostro reparto di ricerca e sviluppo non è mai stato indaffarato come adesso. Ma di questo (e altro) vi parleremo nelle prossime puntate.

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